Il racconto: I Canapè, glorioso velodromo e luogo di importanti raduni ciclistici

 Il racconto: I Canapè, glorioso velodromo e luogo di importanti raduni ciclistici

“Signor Giuseppe che piacere rivederla proprio qui ai Canapè”, dissi io allargando le braccia commosso nel rivedere dopo tanto tempo l’amico Giuseppe Tardocchi che passeggiava al Parco.
“Ciao Luca! Che fai da queste parti? Qui ormai vengono le persone anziane come me a passeggiare e prendere un pò di fresco… tu cosa stai facendo?”
“Glielo dico… ma prometta di non prendermi in giro… Sto contando i sedili in cotto che sono su questo lato del parco. Questa mattina mi sono alzato con questa idea e con la voglia di scoprire qualcosa di questo luogo. Ma incontrando lei, capisco di essere stato doppiamente fortunato; c’è un bellissimo sole che mi mette di buon umore e soprattutto ho incontrato Lei, che della storia dei Canapè conosce proprio tutto!”
Giuseppe sorrise e prendendomi sottobraccio incominciò a parlare:
“ma tu vuoi conoscere la storia del parco nel periodo di fine ‘800, vero? Non dalle sue origini… scommetto che a te interessa la storia del parco come luogo di competizioni ciclistiche. Ho saputo che presto a Foligno ci sarà una ciclostorica, La Francescana. Chissà cos’altro ti è venuto in mente?”
Mi misi a ridere, ammettendo così che Giuseppe aveva colto nel segno e allora lui con voce calma e stringendomi il braccio cominciò a parlare, conducendomi verso uno di quei sedili in cotto, che tanta storia hanno già visto e tanta altra ne dovranno vedere.
Da luogo dove venivano svolti i duelli (Campo di Francalancia, questo era il suo nome) e poi luogo di sepoltura di ebrei nel medioevo, per almeno un paio di secoli servì come luogo per buttare i rifiuti cittadini. Poi nel 1776 l’Amministrazione del tempo varò un progetto di sistemazione delle mura castellane dalla Porta di Santa
Maria (attuale Porta Todi) alla Torre del Seminario (che oggi ospita un esercizio di caffè-bar). Poichè da una perizia fatta la spesa per questo restauro sarebbe ammontata a 1.000 scudi e non potendo la “Comunità sottoporsi a questa grave spesa” alcuni notabili dell’epoca si proposero di risarcire detto restauro, purchè a ciscuno di loro fossero accordati 15 piedi in dette muraglie, in modo da poter costruire un sedile, per poterne usufruire in occasione delle corse dei cavalli che all’interno di quelle mura era solito farsi, insieme ad altri divertimenti.
La proposta fu approvata e di quei sedili se ne costruirono circa 80. Il Parco divenne così tanto importante che nel 1790 il Comune decise di ingrandirlo acquistando dei terreni confinanti. Nel corso dell’800 i Canapè ospitarono di continuo manifestazioni ippiche importanti, circhi, molti voli di palloni aerostatici.
Fu nel 1889 che per la prima voltà si parlò di ciclismo ai Canapè, allorchè il “Veloce Club” che era stato fondato nello stesso anno chiese al Comune di poter organizzare al Parco dei Canapè gare di velocità e resistenza, assumendo a proprio carico le spese di sistemazione del tracciato e della realizzazione dei box per ospitare corridori e meccanici.
Un interessante documento datato 1891, ci consente di stabilire che in quell’epoca, avuto il benestare del Comune, il Veloce Club organizzava gare sull’anello dei Canapè a livello nazionale e per questo aveva stanziato, per il triennio 1891-1893, la bella somma di L.5000.
Poi i dirigenti per mettersi al riparo da eventuali deficit alla fine del triennio emisero delle azioni del valore di L.20 ognuna che costituivano soltanto obbligazione di garanzia; in altre parole le 20 lire dovevano essere pagate dai sottoscrittori soltanto se le 5000 lire stanziate non fossero state sufficienti. A titolo di premio ogni azionista aveva diritto al posto gratuito sulle tribune del parco, dietro presentazione dello scontrino, quando si disputavano le gare.
Furono subito molto importanti le manifestazioni ciclistiche organizzate dal Veloce Club e richiamarono concorrenti dall’Umbria e da molte altre Regioni e persino dall’estero. Il Prof. Remo Coppini, nella sua “Historia Breve” del Veloce Club Perugino, parla di un gran premio di velocità disputato ai Canapè nel 1892 e vinto dall’idolo degli sportivi del capologo umbro, Giuseppe Evangelisti. Negli anni che seguirono, l’appuntamento settembrino al Velodromo dei Canapè richiamò sempre più campioni, anche d’oltralpe.
Si ricorda che oltre a Ganna e Galetti, vincitori dei primi Giri d’Italia, prese parte ad una riunione anche il dominatore del Tour de France del 1907 e del 1908, il grande transalpino Petit Breton.
Il “Velodromo dei Canapè” (così lo chiamarono per tanti anni i folignati) fu utilizzato con questo scopo fino agli inizi degli anni ’30 ed oltre.
Il 15 e 16 agosto del 1925 ebbe luogo una riunione ciclistica alla quale parteciparono alcuni corridori dilettanti ma anche un gruppo di corridori professionisti il cui prestigio richiamò a Foligno tantissimi appassionati. Tra i professionisti si presentarono il campionissimo Costante Girardengo, Gaetano Belloni, Luigi Mainetti,
Pietro Linari, Elio Bartoli, Antonio Candini. “La Fiamma” del 22 agosto 1925 scrisse che “ha risposto all’appello del Veloce Club tra i più forti routier-pistard d’Italia (il club non si preoccupò di affrontare fortissime spese per l’ingaggio dei professionisti, pur di offrire alla città uno spettacolo di primissimo ordine). La stessa “Fiamma riporta: inutile dire che Girardengo, per la prima volta a Foligno, è stato oggetto del grande entusiasmo del pubblico, che lo ha calorosamente applaudito, quando con stile perfetto imponeva la sua superiorità netta sugli avversari.
Un’altra importantissima riunione in pista ai Canapè fu organizzata nel 1929 alla quale presero parte tra gli altri, lo stesso Costante Girardengo ed Alfonsina Strada, l’unica donna che a tutt’oggi ha preso parte alla massima corsa nazionale, il Giro d’Italia a tappe.
Il velodromo di Foligno anche allora non aveva le curve rialzate, ma era comunque tenuto in modo da evitare che i corridori nelle curve finissero fuori tracciato. L’anello era di 550 mt. E il fondo era in terra battuta.
Ufficialmente dal 1890, vi si tennero tantissime gare con premi che richiamavano corridori dalla regione e fuori regione. Nel primo decennio di questo secolo, le corse, quasi sempre programmate in settembre, si svolgevano sotto l’egida della federazione che allora si chiamava Unione Velocipedistica Italiana con precisi regolamenti da
rispettare. Nella biblioteca di foligno è conservato un invito della quattro giorni svoltasi dal 5 all’8 settembre 1909.
“Le Corse Ciclistiche Nazionali” – questa era l’intestazione – erano organizzate sotto il patronato della Pro Foligno ed indette dal Veloce Club e dalla Scuola di Educazione Fisica. C’era un comitato d’onore, un comitato esecutivo,e le commissioni a cui spettavano compiti pratici ed organizzativi.
I corridori per partecipare alle gare pagavano una tassa (L. 2,50 i non classificati, L.3 per i tesserati U.V.I. E L.5 peri professionisti).
Le gare che vi si svolgevano erano la velocità (batterie di due giri per complessivi 1.100 metri con eventuale bella ed un tempo massimo di 4′); i giri erano 3 quando gareggiavano i dilettanti con tessera federale. Per la specialità del mezzofondo i giri da percorrere erano 18 per complessivi km 9.900, il tempo massimo 20′ e le gare chiamate di resistenza si svolgevano su 36 giri per km 19.800 con il tempo massimo di 40’. Per entrare nel velodromo il biglietto costava L.0,30 per la zona prato mentre i posti in tribuna L. 1, L.2, e L.3.
I Canapè, oggi parco cittadino, mantengono inalterato il percorso ellittico del velodromo, nel quale tanti campioni e amanti delle due ruote dalla fine dell’800 fino al primo trentennio del secolo scorso ed oltre si cimentarono. I Canapè di Foligno sono quindi da considerare un esempio unico in Italia di velodromo di fine ‘800 e uno dei pochi ancora esistente. È forse l’unico in Italia in cui sono rimaste immutate le antiche tribune in cotto. In italia, (tranne il velodromo delle Cascine di Firenze che risale al 1870, ma che subì interventi decisivi nel 1894 e poi ancora negli anni successivi) tutti i velodromi “antichi” risalgono ai primi anni del ‘900 (ad esempio Vigorelli di Milano e Monti di Padova). Il più antico velodromo in Europa risulta essere quello di Preston Park a Brighton (1877) in Gran Bretagna che ha una lunghezza di 579 metri (1,900 ft) ed è oggi inserto in un bellissimo parco cittadino.
Il “Velodromo” dei Canapè ha una storia unica, che merita di essere ricordata e ritrasmessa ai tanti giovani che amano la bicicletta “vero miracolo di equilibrio, di grazia, di solidità e di praticità”.
Che bel racconto caro Giuseppe, di sicuro lo riscriverò e poi lo riproporrò per il Bollettino della Pro Foligno, al quale so che tieni in modo particolare. E poi ti dico anche un segreto; molte cose che mi hai detto stamattina, le conoscevo poichè lessi, nel 1996, il tuo libro “Cento anni di ciclismo a Foligno” e probabilmente fu questa lettura che mi fece venir voglia di raccogliere, da allora, le mie belle, vecchie biciclette.
Grazie caro Giuseppe, sarà Iddio a dire quando ci rivedremo.

Bibliografia:
– Corse Ciclistiche Nazionali, Foligno 5-8 settembre 1909
– D. Angelo Messini, I Canapè – ricreazione storico sportiva, 1929
– Giuseppe Tardocchi, Cento anni di ciclismo a Foligno e nella Valle Umbra sud, 1996
– Lanfranco Cesari, Quando Girardengo veniva a correre ai Canapè, Gazzetta di Foligno 27 gennaio 2000